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Pensieri sotto la neve

Pensieri sotto la neve

Archivi della categoria: Racconti

La leggenda di Maya, l’anguana

31 domenica Gen 2016

Posted by Andrea in Racconti

≈ 13 commenti

Tag

anguane, favola, fiabe, folletti, leggende, montagna, natura, neve, racconti, salbanei

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La mano sapiente di madre natura può produrre risultati prodigiosi e così da un semplice cumulo di neve possono nascere sculture sorprendenti, come quella ritratta in questa fotografia, così somigliante a una figura umana. Niente di strano se questa gelida scultura non fosse stata qui anche l’anno scorso e l’anno prima e quello prima ancora. Ogni anno, dopo le prime abbondanti nevicate, in questo luogo nascosto tra i monti si materializza un’immagine, un volto di donna che perdura tutto l’inverno per sciogliersi e svanir nel nulla solo a primavera. Vengo in questi boschi da una vita e mi resi conto per la prima volta di questo miracolo tantissimi anni fa, ma ho sempre tenuto il segreto perché io stesso ne faccio parte. Solo ora, che la fine si avvicina, ho deciso di scrivere questa testimonianza, affinché la nostra storia non cada nell’oblio con la scomparsa dell’ultimo suo protagonista. Continua a leggere →

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A proposito di clima…

01 martedì Dic 2015

Posted by Andrea in Natura, Racconti, Riflessioni

≈ 2 commenti

Tag

ambiente, cambiamenti climatici, clima, ecologia, montagna, natura, racconti

Si tiene in questi giorni a Parigi la conferenza mondiale ONU sul clima. Per l’occasione ripubblico un racconto che avevo scritto qualche mese fa e che mi sembra particolarmente in tema.

Cambiamenticlimatici

Finché siamo ancora in tempo

Mi svegliai di soprassalto. Sentivo dei piccoli rumori provenire dal tetto. Non capivo se erano dovuti allo scricchiolio del legno, al ticchettio di una pioggia leggera o al soffice posarsi della neve sulla lamiera. Guardai l’orologio sul comodino, erano le tre. Tesi le orecchie e trattenni il respiro per sentire meglio, ma non riuscivo a capire l’origine di quei rumori. Continua a leggere →

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Davide sul Picco di Mesdì

30 domenica Ago 2015

Posted by Andrea in Montagna, Racconti

≈ 13 commenti

Tag

adolescenza, alpinismo, figli, genitori, montagna, racconti

La roccia era diventata scivolosa, la parete una trappola mortale. Antonio conosceva a menadito quella montagna, ma quel pomeriggio, in mezzo alle nuvole, sotto la pioggia battente e con il vento che soffiava a raffiche improvvise, faceva fatica a orientarsi e doveva avanzare lentamente per non perdere la via. Lo zaino era pesante, aveva dovuto portare tutto doppio: per sé e per Davide.

‒ Sperón che no tona!

Mormorò istintivamente Antonio mentre si arrampicava in mezzo a quell’inferno. I fulmini erano la sua principale preoccupazione, ma anche la pioggia e il freddo erano un problema e le nuvole che non gli facevano vedere a un tiro di corda. A dire il vero era proprio una brutta situazione quella in cui si era cacciato Davide, suo figlio. Quella mattina era uscito senza dire una parola (come al solito), nessuno immaginava che sarebbe andato ad arrampicare con quel cielo che non prometteva niente di buono e con il bollettino meteo emesso dal centro di Arabba: 100% di probabilità di precipitazioni e rovesci nel pomeriggio, anche di forte intensità. Era stata Sara, sua moglie, ad allarmarsi quando il ragazzo non era rientrato per pranzo e allora lei aveva chiamato Antonio, che era al lavoro, e lui aveva minimizzato, come sempre.

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Il pescatore

04 sabato Apr 2015

Posted by Andrea in Racconti

≈ 8 commenti

Tag

aggettivi, Grecia, Isole Ionie, mare, Mediterraneo, mimettoingioco, nostalgia, pescatore, racconti, rete, solitudine

Ho scritto questo racconto per il blog Mimettoingioco. La sfida consisteva nello scrivere una storia breve (massimo 3600 caratteri, spazi compresi) sul tema della rete o della diversità, senza usare aggettivi qualificativi e cercando di limitare al massimo gli altri tipi di aggettivo (numerali, possessivi, dimostrativi, ecc.). Inizialmente credevo che non fosse possibile e che comunque il risultato sarebbe stato un racconto “insipido”, vista la mia abitudine ad infarcire abbondantemente i miei articoli con aggettivi di tutti i tipi. Invece ho scoperto, con mia grande sorpresa, che la cosa non solo è possibile, ma l’effetto è addirittura gradevole: il testo scorre maggiormente ed è piu “pulito”, senza rinunciare alle immagini e alle sensazioni forti, a parte qualche giro di parole di tanto in tanto per aggirare quegli aggettivi che sarebbero proprio necessari. Ma lascio giudicare a voi il risultato, fatemi sapere cosa ne pensate.

P.S. Andate a vedere su Mimettoingioco e provate a leggere anche gli altri racconti, ce ne sono di veramente molto belli. A me è piaciuto moltissimo Francy, che in modo diverso tocca lo stesso tema che ho affrontato io nel mio post precedente (Alzate quella testa!)

La cameriera posa il bicchiere di ouzo sul tavolino. Il profumo delle mezedes e le note della tzouras escono assieme dalla taverna e si spandono nell’aria intrecciandosi e stuzzicandomi i sensi. Non posso fermare il tempo, ma fissare l’istante nella mente, almeno questo, lo posso fare. Poso lo sguardo sulla rete da pesca e sulle mani dell’uomo che sapientemente la sta svolgendo sul molo. Ho sempre amato osservare i pescatori al lavoro e qui, con il sole che si tuffa nello Ionio, con il mio ouzo da allungare con l’acqua, la luce del tramonto che inonda la baia come una marea, mi sembra di essere in una tela di Bokoros.

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Finché siamo ancora in tempo

14 sabato Mar 2015

Posted by Andrea in Racconti

≈ 28 commenti

Tag

ambiente, ecologia, karma, montagna, natura, racconti, Terra

Mi svegliai di soprassalto. Sentivo dei piccoli rumori provenire dal tetto. Non capivo se erano dovuti allo scricchiolio del legno, al ticchettio di una pioggia leggera o al soffice posarsi della neve sulla lamiera. Guardai l’orologio sul comodino, erano le tre. Tesi le orecchie e trattenni il respiro per sentire meglio, ma non riuscivo a capire l’origine di quei rumori. Mi alzai piano per non svegliare Daniela che dormiva profondamente e andai in bagno. Dall’abbaino filtrava una luce lattiginosa, la luna piena splendeva radiosa in cielo. Lo scricchiolio era aumentato, ora era un crepitio leggero ma continuo, come se tanti folletti stessero danzando sul tetto della nostra baita. Mistero. Ormai non avevo più sonno, anzi mi sentivo stranamente carico di energia e niente affatto innervosito, come invece pensai che avrei dovuto sentirmi in quella circostanza. Decisi allora di uscire a fumare una sigaretta. Mi misi addosso un giaccone pesante e andai a sedermi sul patio. Fuori l’aria era gelida, ma non c’era vento e mi sentivo bene: amo il freddo, mi dà una sensazione di pulizia, di ordine. Da dove ero seduto non vedevo la luna, che splendeva proprio sopra il tetto della baita e gettava una luce argentea sulla foresta, facendo brillare le cime degli abeti come le punte di tante baionette. Perché mi vennero in mente le baionette? Iniziai a pensare alla guerra, alle notti in trincea, al silenzio che prelude alla battaglia. Crepitio di mitragliatrici, urla di fanti che si lanciano all’assalto, esplosione di mine, corpi morenti appesi al filo spinato. Scossi la testa con forza per scacciare quelle immagini cupe, non so perché avevo pensato alla guerra. In fin dei conti non ho mai combattuto, non ho nemmeno svolto il servizio militare, ho soltanto udito i racconti di mio nonno, che di guerre ne aveva vissute ben due. Sarà stata l’atmosfera inquieta di quella notte a causare quei cupi pensieri? C’era qualcosa di innaturale nell’aria, qualcosa che sapeva di morte, di minaccia che incombe. O forse la colpa di tutte quelle sensazioni era soltanto la cena della sera prima? Pensai che avevo sempre avuto difficoltà a digerire il frico e quello che avevamo mangiato a cena era particolarmente ricco, con molte patate e molta, moltissima cipolla. Fuori dalla baita gli scricchiolii che mi avevano svegliato non si udivano più, in compenso mille altri rumori appena percettibili riempivano l’aria notturna. Le chiome degli abeti riflettevano il chiarore lunare ondeggiando leggermente ed un mormorio costante di fronde danzanti si spandeva tutto attorno. Eppure non vi era vento o almeno non lo sentivo da dove stavo seduto, sul patio di fronte alla baita. Mi alzai e mi mossi al centro del prato antistante il bosco, ma anche da lì il vento non si sentiva. È molto strano, pensai mentre con un’energica boccata aspiravo le ultime esalazioni di nicotina dalla mia sigaretta. Camminando lentamente feci un giro attorno alla casa e andai alla fine del prato dove si apre un ampio panorama sulla valle sottostante. Le luci dei paesi lontani erano quasi tutte accese, come se dentro ad ogni abitazione le famiglie si fossero svegliate e si affaccendassero nelle ordinarie questioni diurne. Sempre più strano, pensai, sono tutti svegli alle tre e mezza. Continua a leggere →

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Daniza e M2

26 giovedì Feb 2015

Posted by Andrea in Montagna, Natura, Racconti

≈ 4 commenti

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ambiente, bears, Daniza, dolomiti, montagna, natura, orsi, racconti

Pubblico anche qui questo racconto che ho scritto su http://mimettoingioco.wordpress.com. Il tema proposto per gli aspiranti narratori era “l’incontro” ed io ho pensato di romanzare una storia realmente accaduta, un incontro “diverso” tra due protagonisti speciali, di cui avevo già trattato su Pensieri sotto la neve. Ma non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura.

Non si erano ancora incontrati, ma Lei sapeva già che Lui sarebbe divenuto il padre dei suoi figli. Lui invece, da buon maschio interessato principalmente alla diffusione del seme, sapeva che con Lei sarebbe stata una scopata memorabile. Difficile, con questi presupposti, immaginare la bella storia d’amore che sarebbe nata dal loro incontro, invece…

Daniza era nata in Slovenia 19 anni fa, ma viveva in Trentino dal 2000 e ormai quella era la sua casa. Ne amava le foreste, gli spazi infiniti, le valli solcate dai limpidi e scintillanti torrenti, le grandi montagne dalle pareti strapiombanti che si ergono imponenti sopra i boschi di abeti, le gelide cascate sotto le quali talvolta amava bagnarsi. Si sentiva libera e lo era veramente, libera come non era mai stata, padrona del proprio destino, felice semplicemente di essere, di respirare, di vivere.

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Anselmo nel bosco delle Anguane (e dell’Orco) – Conclusione

10 sabato Gen 2015

Posted by Andrea in Montagna, Natura, Racconti

≈ 24 commenti

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ambiente, anguane, dolomiti, fiabe, miti, montagna, natura, orco, racconti, salbanei, tradizioni

SAMSUNG CSC[Vai all’inizio della storia]

Anselmo aprì gli occhi e con un filo di voce disse: ho fame. Tonele ruppe in un pianto irrefrenabile e abbracciò forte il bambino, tanto forte che questo emise un gemito. Allora l’uomo si rese conto che forse il piccolo poteva essere ferito o avere una frattura o addirittura poteva essere moribondo, così si riprese dalla commozione e iniziò ad esaminarlo.

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Anselmo nel bosco delle Anguane (e dell’Orco) – 4^ parte

06 martedì Gen 2015

Posted by Andrea in Montagna, Natura, Racconti

≈ 6 commenti

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ambiente, anguane, dolomiti, fiabe, miti, montagna, natura, racconti, salbanei, tradizioni

SAMSUNG CSC

[Vai all’inizio della storia]

In breve tutto il paese fu sulle tracce di Anselmo e del suo misterioso rapitore. La nostra è una comunità molto piccola, ci si conosce tutti e non ci volle molto per comprendere che, chiunque fosse colui che  aveva preso il bambino, doveva necessariamente essere uno di fuori, se non altro perché tutti gli uomini del paese erano lì, con il nonno, e si stavano addentrando nel bosco alla ricerca del dolcissimo Anselmo.

Quando la mamma rientrò dal lavoro capì subito che qualcosa non andava. Mentre scendeva dalla corriera vide la Teresa, che era forse la sua migliore amica, compagna di scuola in gioventù e attuale maestra di catechismo di Anselmo, che le veniva incontro con un’espressione tanto buia da non lasciar spazio a fraintendimenti.

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Anselmo nel bosco delle Anguane (e dell’Orco) – 3^ parte

04 domenica Gen 2015

Posted by Andrea in Montagna, Natura, Racconti

≈ 8 commenti

Tag

ambiente, anguane, dolomiti, fiabe, miti, montagna, natura, racconti, salbanei, tradizioni

[Vai all’inizio della storia]

Il giorno seguente il nonno stava lavorando nella sua falegnameria, mentre Anselmo giocava sul pavimento cosparso di trucioli. Tempo addietro il nonno aveva scolpito per lui dei bellissimi soldatini di legno, dei vari capolavori che poi la mamma aveva dipinto uno ad uno durante una domenica piovosa, qualche mese prima. La mamma era brava a dipingere e aveva una grande pazienza. Aveva colorato quei soldatini fin nei minimi particolari: le giubbe amaranto con i bottoni dorati, i neri mustacchi, le piume bianche sul cappello. Le canne dei fucili erano d’argento luccicante e Anselmo giocava su quel pavimento ricoperto di scarti di falegnameria, ma nella sua immaginazione di bambino quello era un immenso campo di battaglia fatto di colline, fossati, campi coltivati, fiumi, montagne. Il pomeriggio scorreva nella più tranquilla normalità, nessuno poteva immaginare gli eventi che sarebbero seguiti e l’angoscia che avrebbero prodotto. Continua a leggere →

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Anselmo nel bosco delle Anguane (e dell’Orco) – 2^ parte

02 venerdì Gen 2015

Posted by Andrea in Montagna, Natura, Racconti

≈ 7 commenti

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ambiente, anguane, dolomiti, fiabe, miti, montagna, natura, racconti, salbanei, tradizioni

[Vai all’inizio della storia]

Nonno, Salbaneo si chiamava veramente così o era un soprannome che gli avevano dato? Ovviamente Anselmo conosceva già la risposta, perché il nonno gli aveva raccontato quella storia innumerevoli volte, ma per lui ogni volta era come la prima, era come se anche lui fosse entrato nella fiaba e partecipasse a quegli eventi, assistendovi in prima persona.

Salbaneo era solo un soprannome, gli disse il nonno, lo chiamavano così perché era dispettoso come un folletto. I salbanei sono creature del Mondo di Mezzo, continuò, e si divertono tantissimo a giocare brutti scherzi: intrecciano le criniere dei cavalli per esempio, fanno lo sgambetto ai ragazzi e alle donne, ma soprattutto nascondono le cose alle persone. Lo sanno molto bene i boscaioli che vanno a far legna nella foresta: quando si fermano a riposare devono prestare molta attenzione alle loro cose, perché i salbanei si divertono a nascondere la legna e anche la scure e i boscaioli rischiano di tornare a casa a mani vuote.

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