Un mare di nuvole bianche sotto di me, come un soffice giaciglio di piume sotto la coperta turchese del cielo. Una bianca distesa lattiginosa riempie l’immenso catino della valle, circondata dalle alte vette dolomitiche, rocciosi e insuperabili guardiani di millenaria memoria. Come onde impetuose le nuvole si infrangono sulla montagna e la bianca schiuma si disperde tra le rocce, gli abeti, i cespugli, i ghiaioni.
Mentre pedalo lentamente, ritmicamente come piace a me, mi alzo sempre più di quota e osservo questo magico mondo che mi circonda. Il sole splende nel cielo e proietta lunghe ombre ottobrine sul percorso. La strada sterrata si snoda e si inerpica sul fianco della montagna, disegnando curve sinuose e regolari tra i boschi di larici e abeti.
Alla fine arrivo sulla cima, lo sguardo spazia tutto intorno. I paesi riposano ancora sotto la coperta di nubi, mentre le montagne imponenti svettano verso il cielo: Antelao, Civetta, Pelmo, Tofane, Sorapiss, tutte oltre quota tremila, maestose divinità pagane orgogliosamente immobili, arcaici testimoni di milioni di anni di storia.