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Pensieri sotto la neve

Pensieri sotto la neve

Archivi Mensili: marzo 2015

Alzate quella testa!

22 domenica Mar 2015

Posted by Andrea in Riflessioni

≈ 38 commenti

Tag

cellulare, distrazione, indifferenza, Pensieri, rapporti sociali, realtà, riflessioni, smartphone, social network, virtuale, vita reale

Una mamma spinge un passeggino e intanto manda un messaggio via whatsapp, poi fa una foto al suo bambino, la posta su Facebook e mette dodici like di fila sui post delle sue amiche. Un signore elegante che porta il suo cane a passeggio incontra un altro signore con cane: i due animali scodinzolano e si annusano reciprocamente mentre i signori rispettosamente si ignorano e guardano gli schermi colorati dei loro telefonini. Una fila di ragazzi, seduti uno di fianco all’altro sui gradini di una chiesa, stanno a testa bassa ipnotizzati mentre giocano ad Angry Birds e ascoltano musica. All’interno di un pub un gruppo di amici non più giovanissimi siedono davanti a una birra ma non parlano tra di loro: picchiano vorticosamente le dita sui loro schermi touch, mente a un altro tavolo delle studentesse si fanno un selfie e lo postano immediatamente chissà dove.

Mi sembra di vivere in un film di fantascienza (o dovrei dire dell’orrore?) dove tutti gli abitanti del mondo sono controllati da un’intelligenza aliena che li costringe a dipendere da un oggetto elettronico. Svolto un angolo e vedo due signore anziane ferme sull’uscio di un negozio che chiacchierano amabilmente: altra generazione, altre abitudini, altro modo di essere social, uno stile purtroppo in via di estinzione.

Insomma, il mondo è diventato questo? Gente silenziosa che cammina a testa bassa per la strada? Persone che comunicano solo attraverso un oggetto? Intermediazione elettronica? Feticismo digitale imperante? Fin qui abbiamo detto della gente per la strada, ma in autobus o in treno forse è anche peggio: tutti a capo chino a guardare il proprio cellulare! Nei ristoranti, a scuola, nei posti di lavoro: tutti con quel dannato strumento in mano.

Ho pensato di andare controcorrente e di provare a suggerire, a quanti se lo fossero dimenticato, che mentre camminano per la strada a testa bassa guardando gli schermi dei propri smatphone, attorno a loro c’è il mondo reale, quello fatto di pietra, mattoni, legno, erba, esseri in carne ed ossa e non di pixel. Ecco allora un piccolo elenco – presentato in forma scherzosa (ma neanche tanto) – di 7 cose alternative che si possono fare quando si cammina da soli per la strada o si viaggia sull’autobus o in treno. Per il resto, quando siete a lavoro: lavorate! Quando siete al ristorante: mangiate! Quando siete in famiglia: famigliate!

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Sugli alti Colli di Teolo

15 domenica Mar 2015

Posted by Andrea in Escursioni

≈ 19 commenti

Tag

Bicicletta, Colli Euganei, escursioni, mountain bike, mtb, Teolo

I Colli Euganei sono un angolo meraviglioso del Veneto. Antichi e nobili vulcani sono oggi ridotti a dolci colline la cui sagoma conica ben visibile da lontano si erge sulla pianura padovana. Molti di voi conosceranno la fama delle Terme di Abano e Montegrotto, altri le opere di Tito Livio, Petrarca, Foscolo e Byron, altri ancora conosceranno le splendide architetture dell’Abazia di Praglia o del Palladio o avranno degustato i deliziosi bianchi Fior d’Arancio e Serprino. Tutto ciò è accomunato da questa terra ricca di storia, bellezza e risorse naturali, per la cui tutela è stato istituito un parco regionale. Tra questi colli ricoperti di querce e castagni, di vigneti e ulivi, è possibile anche fare bellissime escursioni a piedi e in bicicletta e come avrete già capito io amo questa zona soprattutto per questa possibilità che offre agli amanti della natura e della vita all’aria aperta. Oggi allora vi racconto di un bellissimo giro nei dintorni di Teolo che ho percorso sabato 7 marzo con la mia fedele mtb. Qui sotto potete vedere il tracciato completo su Google Earth: 27 chilometri di sviluppo e 900 metri di dislivello totali, con l’ascesa su due delle cime principali della zona: il Monte Grande e il Monte della Madonna. Itinerario Il punto di partenza è il paese di Bresseo, dove lascio l’auto nell’ampio parcheggio di fronte alla seicentesca Villa Cavalli Lugli. WP_20150307_013 Da qui si inizia a pedalare lungo la strada asfaltata pianeggiante per qualche chilometro, in modo da scaldare i muscoli e iniziare a far circolare il sangue prima che inizino le salite. Continuando a pedalare verso Rovolon, presto la strada inizia a salire e, superato qualche tornante e svoltato in direzione Teolo, poco prima dell’azienda Alle Querce si incontra sulla destra una sterrata con indicazione “Transeuganea” che porta fino in cima al Monte Grande. La salita è piacevole, non troppo ripida, il fondo è discreto, in alcuni punti un po’ mosso ma sempre ben pedalabile. Continua a leggere →

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Finché siamo ancora in tempo

14 sabato Mar 2015

Posted by Andrea in Racconti

≈ 28 commenti

Tag

ambiente, ecologia, karma, montagna, natura, racconti, Terra

Mi svegliai di soprassalto. Sentivo dei piccoli rumori provenire dal tetto. Non capivo se erano dovuti allo scricchiolio del legno, al ticchettio di una pioggia leggera o al soffice posarsi della neve sulla lamiera. Guardai l’orologio sul comodino, erano le tre. Tesi le orecchie e trattenni il respiro per sentire meglio, ma non riuscivo a capire l’origine di quei rumori. Mi alzai piano per non svegliare Daniela che dormiva profondamente e andai in bagno. Dall’abbaino filtrava una luce lattiginosa, la luna piena splendeva radiosa in cielo. Lo scricchiolio era aumentato, ora era un crepitio leggero ma continuo, come se tanti folletti stessero danzando sul tetto della nostra baita. Mistero. Ormai non avevo più sonno, anzi mi sentivo stranamente carico di energia e niente affatto innervosito, come invece pensai che avrei dovuto sentirmi in quella circostanza. Decisi allora di uscire a fumare una sigaretta. Mi misi addosso un giaccone pesante e andai a sedermi sul patio. Fuori l’aria era gelida, ma non c’era vento e mi sentivo bene: amo il freddo, mi dà una sensazione di pulizia, di ordine. Da dove ero seduto non vedevo la luna, che splendeva proprio sopra il tetto della baita e gettava una luce argentea sulla foresta, facendo brillare le cime degli abeti come le punte di tante baionette. Perché mi vennero in mente le baionette? Iniziai a pensare alla guerra, alle notti in trincea, al silenzio che prelude alla battaglia. Crepitio di mitragliatrici, urla di fanti che si lanciano all’assalto, esplosione di mine, corpi morenti appesi al filo spinato. Scossi la testa con forza per scacciare quelle immagini cupe, non so perché avevo pensato alla guerra. In fin dei conti non ho mai combattuto, non ho nemmeno svolto il servizio militare, ho soltanto udito i racconti di mio nonno, che di guerre ne aveva vissute ben due. Sarà stata l’atmosfera inquieta di quella notte a causare quei cupi pensieri? C’era qualcosa di innaturale nell’aria, qualcosa che sapeva di morte, di minaccia che incombe. O forse la colpa di tutte quelle sensazioni era soltanto la cena della sera prima? Pensai che avevo sempre avuto difficoltà a digerire il frico e quello che avevamo mangiato a cena era particolarmente ricco, con molte patate e molta, moltissima cipolla. Fuori dalla baita gli scricchiolii che mi avevano svegliato non si udivano più, in compenso mille altri rumori appena percettibili riempivano l’aria notturna. Le chiome degli abeti riflettevano il chiarore lunare ondeggiando leggermente ed un mormorio costante di fronde danzanti si spandeva tutto attorno. Eppure non vi era vento o almeno non lo sentivo da dove stavo seduto, sul patio di fronte alla baita. Mi alzai e mi mossi al centro del prato antistante il bosco, ma anche da lì il vento non si sentiva. È molto strano, pensai mentre con un’energica boccata aspiravo le ultime esalazioni di nicotina dalla mia sigaretta. Camminando lentamente feci un giro attorno alla casa e andai alla fine del prato dove si apre un ampio panorama sulla valle sottostante. Le luci dei paesi lontani erano quasi tutte accese, come se dentro ad ogni abitazione le famiglie si fossero svegliate e si affaccendassero nelle ordinarie questioni diurne. Sempre più strano, pensai, sono tutti svegli alle tre e mezza. Continua a leggere →

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A tutte le donne

08 domenica Mar 2015

Posted by Andrea in Riflessioni

≈ 9 commenti

Tag

8 marzo, amore, considerazione, donna, donne, festa della donna, otto marzo, rispetto

Questa immagine è di Jebulon ed è rilasciata sotto la GNU Free Documentation License

Questa immagine è di Jebulon ed è rilasciata sotto la GNU Free Documentation License

Dedicato alle donne, a tutte quante, alle giovani e alle anziane perché vecchio non si dice più a nessuno, ma dedicato pure a loro. A quelle grasse e a quelle magre, alle belle e alle brutte, alle alte e alle basse, alle donne che studiano, a quelle che lavorano e alle casalinghe che lavorano anche di più. Dedicato alle mamme, perché “mamma” è la parola più bella del mondo e perché dare la vita è il mistero più grande e la gioia più immensa che si può provare e noi uomini non la proveremo mai. Dedicato alle nonne e alle zie, alle sorelle, alle mogli, alle suocere, alle nuore, alle cognate e alle cugine che riempiono e rallegrano la nostra vita. Dedicato alle maestre, alle dottoresse, alle infermiere, alle avvocatesse e a tutte quelle che fanno qualcosa per gli altri. Dedicato anche alle prostitute, che sono donne come le altre e non vanno giudicate. Dedicato alle donne dolci, a quelle acide e a quelle che l’amaro ce l’hanno in bocca. Dedicato alle donne che aspettano l’amore perché non l’hanno mai provato e lo sognano teneramente, ma dedicato anche a quelle che l’amore l’hanno conosciuto e sono felici e a quelle che l’amore le ha deluse e non vogliono più saperne. Dedicato alle donne che hanno perso qualcuno, perché le donne sanno sempre rialzarsi dopo una caduta. Dedicato alle donne che amano le donne, perché anche loro sono donne e meritano tutto il nostro rispetto e anche di più. Dedicato a quelle che sono malate e stanno lottando, perché ce la facciano per loro stesse e per noi che abbiamo bisogno di loro. Dedicato alle donne che hanno sbagliato, perché a tutto c’è rimedio, ma se hanno commesso qualcosa di imperdonabile dedicato anche a loro affinché capiscano il loro errore e trovino la pace. Dedicato alle donne maltrattate e a quelle tradite perché trovino la forza di reagire, dedicato anche a quelle che tradiscono, perché capiscano che ingannare chi ti ama è il peggior delitto che si può commettere. Dedicato alle donne che scrivono, a quelle che leggono, a quelle che suonano e quelle che dipingono; dedicato alle artiste, perché l’arte è creazione di bellezza e le donne la bellezza ce l’hanno dentro e la emanano in ogni cosa che fanno. Dedicato alle donne che cercano di imitare gli uomini, perché si rendano conto che non è questa la strada giusta e capiscano che la natura femminile è meravigliosa e non vi si deve rinunciare per avere successo. Dedicato oggi, domani, quest’anno, tutta la vita. Perché il rispetto, l’amore e la considerazione non finiscano stasera, ma durino sempre, com’è giusto che sia, come deve essere secondo natura.

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Rifugio Dino e Giovanni Chiggiato, dove volano le aquile

03 martedì Mar 2015

Posted by Andrea in Escursioni, Montagna, Natura

≈ 18 commenti

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cadore, Chiggiato, Ciaspe, ciaspole, dolomiti, montagna, natura, neve

Inverno con poca neve e poco freddo. Bisogna salire molto in alto per ritrovare quella poesia di distese bianche, romantiche, ovattate, circondate da montagne coperte di neve soffice. Nelle valli il paesaggio è brullo, tardo autunnale, un po’ sofferente e malinconico, ma pur sempre affascinante.

Inizia così, sabato 28 febbraio, l’escursione al Rifugio Chiggiato. Dall’abitato di Calalzo di Cadore imbocco la strada che si addentra nella chiusa e poetica Val d’Oten, parcheggio l’auto presso la chiesetta della Vergine di Caravaggio, a quota 823 metri, e mi incammino seguendo il segnavia n. 261.

SAMSUNG CSC

Il rifugio è posto a 1911 metri, quindi il dislivello complessivo è di circa 1100 metri, ma niente paura: i più pigri e meno allenati potranno raggiungere il rifugio, in estate, con minore fatica, salendo in auto fino alla località “La Stua” (1200 metri circa) e riducendo così i tempi e lo sforzo. Durante l’inverno però la strada è chiusa e quindi gambe in spalla, sarà più bello conquistare la meta.

Inverno con poca neve dicevo, ma in compenso di ghiaccio ce n’è in abbondanza. La strada asfaltata è un’unica lastra compatta e scivolosissima, tanto che devo calzare i ramponcini per poter stare in piedi. Lungo il primo tratto di percorso non mancano alcuni scorci pittoreschi, come questa cascatella ghiacciata.

SAMSUNG CSC  Continua a leggere →

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