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Pensieri sotto la neve

Pensieri sotto la neve

Archivi Mensili: febbraio 2015

Daniza e M2

26 giovedì Feb 2015

Posted by Andrea in Montagna, Natura, Racconti

≈ 4 commenti

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ambiente, bears, Daniza, dolomiti, montagna, natura, orsi, racconti

Pubblico anche qui questo racconto che ho scritto su http://mimettoingioco.wordpress.com. Il tema proposto per gli aspiranti narratori era “l’incontro” ed io ho pensato di romanzare una storia realmente accaduta, un incontro “diverso” tra due protagonisti speciali, di cui avevo già trattato su Pensieri sotto la neve. Ma non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura.

Non si erano ancora incontrati, ma Lei sapeva già che Lui sarebbe divenuto il padre dei suoi figli. Lui invece, da buon maschio interessato principalmente alla diffusione del seme, sapeva che con Lei sarebbe stata una scopata memorabile. Difficile, con questi presupposti, immaginare la bella storia d’amore che sarebbe nata dal loro incontro, invece…

Daniza era nata in Slovenia 19 anni fa, ma viveva in Trentino dal 2000 e ormai quella era la sua casa. Ne amava le foreste, gli spazi infiniti, le valli solcate dai limpidi e scintillanti torrenti, le grandi montagne dalle pareti strapiombanti che si ergono imponenti sopra i boschi di abeti, le gelide cascate sotto le quali talvolta amava bagnarsi. Si sentiva libera e lo era veramente, libera come non era mai stata, padrona del proprio destino, felice semplicemente di essere, di respirare, di vivere.

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In sella nella grigia pianura

22 domenica Feb 2015

Posted by Andrea in Escursioni, Natura

≈ 20 commenti

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aironi, Bicicletta, birdwatching, campagna, Cervara, escursioni, ferrovia, fiume sile, germani, mountain bike, mtb, oasi cervara, Ostiglia, parco, parks, pista ciclabile, Sile, Treviso, treviso-ostiglia, Veneto

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Niente ciaspe oggi e niente montagna. La giornata è decisamente uggiosa, una di quelle giornate in cui non ti vorresti mai alzare dal letto. E invece, accompagnato Dario a scuola, carichiamo le biciclette in macchina e partiamo verso Quinto di Treviso, dove percorriamo un tratto della ciclabile Treviso-Ostiglia, realizzata sul sedime dell’omonima ferrovia militare che attraversava diagonalmente il Veneto.

Attualmente sono percorribili solo 50 dei 118 chilometri totali, da Quinto di Treviso fino al confine tra le province di Padova e Vicenza, con alcuni tratti di collegamento realizzati fuori dal tracciato ferroviario. Speriamo che anche il restante percorso venga presto completato. Per maggiori informazioni si può consultare il sito ufficiale, oltre ai siti Magico Veneto e Ferrovie abbandonate, ricchi di informazioni pratiche, mappe e foto.

Parcheggiata l’auto in centro a Quinto inforchiamo le bici e partiamo, tra la nebbia e il gelo di questo pessimo sabato mattina. Guardiamo il lato positivo della faccenda: c’è pochissima gente in circolazione e la pista è tutta per me e Silvia, che così possiamo pedalare affiancati, chiacchierare, goderci questo panorama tanto grigio e spettrale da essere quasi affascinante. Naturalmente, se decidete di farvi un giro da queste parti, vi consiglio di venire qui in una bella giornata di primavera, ma a meno che non amiate le folle di gitanti e le processioni di famiglia evitare la domenica pomeriggio.

Correre sulla Treviso-Ostiglia scatena strane sensazioni. Il percorso è una lunga linea retta, non ci sono curve davanti a noi, ma un’unica striscia di terra lanciata verso un lontanissimo punto di fuoco, come in un esercizio scolastico di prospettiva centrale dove tutte le linee convergono verso il centro del foglio. Ogni tanto qualche attraversamento di strade secondarie, una stazione ferroviaria abbandonata, un ponte, una pietra miliare. Attorno a noi la campagna veneta, qualche trattore all’opera, i fiumi e i canali, i boschi di pioppi, salici e ontani, laghetti dove sguazzano germani reali, folaghe, alzavole, svassi e cormorani. Un elegantissimo airone bianco ci osserva con distacco mentre passeggia con le sue lunghe leve sull’acqua.

Il percorso attraversa il parco naturale del fiume Sile, una splendida area protetta compresa nei territori di ben 11 comuni veneti, e l’Oasi di Cervara, dove gli appassionati di birdwatching possono scatenarsi nell’osservazione di una garzaia che conta ben 200 nidi di aironi, nitticore e garzette e dove con un po’ di fortuna si può ammirare il martin pescatore, l’usignolo di fiume, la poiana e lo sparviere.

Oggi però niente birdwatching, solo pedalare e farlo più in fretta possibile per scaldarsi bene, vista la temperatura da pieno inverno. Ogni tanto una brevissima pausa per scattare delle foto che, con questo cielo grigio, non sono particolarmente spettacolari.

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Martedì bianco

17 martedì Feb 2015

Posted by Andrea in Escursioni, Montagna

≈ 28 commenti

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Antelao, bellezza, Bosconero, cadore, Ciaspe, ciaspole, dolomiti, Duranno, escursioni, montagna, Monte Rite, neve, pace, panorama, panorami, Pelmo, Rite, serenità, Tofana, vetta, vette

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In quest’ultimo giorno di carnevale, mentre a Venezia tra calli e campielli impazza la festa, io e Silvia decidiamo di andare a respirare un po’ d’aria pura e a goderci questa stupenda giornata di sole in alta montagna. Purtroppo Dario non è dei nostri, a quindici anni ormai le cose vanno così: se gli gira giusta si unisce a noi e passiamo splendide giornate assieme, ma se non gira… meglio lasciar perdere. E oggi si lascia perdere.

Parcheggiata l’auto sul Passo Cibiana iniziamo a salire sulla strada militare che porta alla cima del Monte Rite, dove sorge un forte risalente alla Grande Guerra, recentemente ristrutturato e adibito a museo (http://www.monterite.it/). Le ciaspe non servono, la neve quest’anno non è stata abbondante e inoltre il percorso è ben battuto. Il tempo è stupendo, in cielo neanche una nuvola e alle nove di mattina l’aria è già tiepida, così togliamo guanti e piumini e proseguiamo leggeri e felici.

Dopo neanche mezz’ora il panorama inizia ad aprirsi e le Dolomiti zoldane si prospettano magnifiche ai nostri occhi. In lontananza, dietro la prima linea della Civetta, della Moiazza, del San Sebastiano, si intravede l’altopiano delle Pale di San Martino e l’imponente Cimon della Pala. Continua a leggere →

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Illusioni

14 sabato Feb 2015

Posted by Andrea in Riflessioni

≈ 22 commenti

Tag

carnevale, eternità, illusioni, infinito, maschere, Pensieri, riflessioni

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Tante sono le illusioni che attraversano il corso di una vita. Ci si illude di essere simpatici, di avere fascino, di aver qualcosa da dire (e quindi si scrive un blog:-)), di essere amati, di essere qualcuno, di lasciare un segno nel mondo. In realtà siamo nulla, solo un granello di sabbia nel deserto del Sahara se guardiamo nello spazio, solo un nanosecondo nell’arco di una vita, se consideriamo il tempo. Continua a leggere →

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La parabola della zecca

13 venerdì Feb 2015

Posted by Andrea in Libri, Riflessioni

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attaccamento, aviditá, distacco, filosofia, parabola, Pensieri, riflessioni, zecca

Voglio riportare qui un brano di un libro che sto leggendo (Caro bosco, di Marco Scapin), perché l’ho trovato illuminante e profondo pur nella sua estrema semplicità, quella semplicità che contraddistingue sempre le cose vere.

In mattinata sono stato invece io ad essere preda di una zecca, anche se per pochi istanti. È un essere non facile da apprezzare, soprattutto se porta gravi malattie. La zecca tuttavia non fa una bella vita, è una parodia dell’uomo moderno: quando ha ottenuto ciò che cerca s’ingrassa a tal punto da non potersi muovere e questo è spesso causa della sua morte. È preferibile quindi non attaccarsi con avidità a nulla.

Non aggiungo altro, ognuno rifletta e tragga le conclusioni che crede.

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A proposito di yak…

10 martedì Feb 2015

Posted by Andrea in Montagna, Natura

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cadore, dolomiti, montagna, natura, yak

Ggianluigi, un amico che scrive bellissimi racconti su mimettoingioco.wordpress.com, ha preso ispirazione dal mio ultimo post sulla ciaspolata in vetta al Monte Zovo per inviarmi una simpaticissima vignetta sulla presenza in Veneto degli yak, gli irsuti bovini tibetani con cui aprivo il mio articolo sabato scorso. La pubblico volentieri perché molto ben fatta, oltre che simpatica e spiritosa, e ringrazio Ggianluigi per il pensiero gentile e per avermi autorizzato a metterla in rete.

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Resta da capire se gli yak siano stati effettivamente trapiantati nelle terre alte del Veneto in seguito ad un progetto sperimentale di ricerca, come la cultura ufficiale vuol farci credere, o se sia l’ennesimo caso di immigrazione clandestina (i soliti complottisti riferiscono che gli animali avrebbero ripercorso a ritroso la via della seta di marcopoliana memoria), piuttosto che un esperimento condotto da intelligenze aliene per scombussolare i già delicati equilibri del nostro territorio.

Visto che gli yak hanno stuzzicato la fantasia e la curiosità di diversi amici che seguono questo spazio, aggiungo un paio di altre foto scattate due estati fa sui prati che conducono verso la cima del Monte Rite, Cadore, provincia di Belluno.

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Tibet? No: Monte Zovo, Comelico

07 sabato Feb 2015

Posted by Andrea in Escursioni, Montagna, Natura

≈ 31 commenti

Tag

bellezza, cadore, Ciaspe, ciaspole, Comelico, dolomiti, escursioni, montagna, Monte Zovo, natura, neve, pace, panorama, panorami, serenità, vetta, vette, yak

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Alzi la mano chi sapeva che in Veneto vivono gli Yak. Pur sapendo che questi affascinanti animali sono stati introdotti da qualche anno sul nostro territorio, la prima volta che ne ho visto uno sono rimasto abbastanza impressionato e quasi quasi credevo di essermi teletrasportato in Tibet, dove gli yak sono di casa. In Italia gli yak sono stati introdotti da una decina d’anni perché si nutrono di piante infestanti che i tradizionali animali che popolano i nostri pascoli disdegnano e così, da una parte, si sono guadagnati l’appellativo di “spazzini del bosco” e dall’altro favoriscono la ricrescita di altre essenze foraggiere, contribuendo al ripristino delle normali condizioni dei pascoli montani. Terminata questa digressione agro-culturale, parliamo dell’escursione di oggi. Il punto di partenza è Costa, graziosissimo paesino del Comelico, abbarbicato (manco a dirlo) sul crinale della montagna, tra Santo Stefano di Cadore e Padola. Parcheggiamo nei pressi della chiesa del paese e imbocchiamo l’unica strada che sale verso la stalla sociale e si addentra nel bosco di abeti che ricopre le pendici del Monte Zovo.

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