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Pensieri sotto la neve

Pensieri sotto la neve

Archivi tag: Umorismo

La teoria della relatività sperimentata in viaggio di lavoro, ovvero di come tempo e spazio siano dimensioni variabili e soggettive

18 mercoledì Giu 2014

Posted by Andrea in Riflessioni, Viaggi

≈ 21 commenti

Tag

Humor, meridione, Pensieri, riflessioni, Salerno, treno, Umorismo, Viaggi

Giornata interminabile oggi. Sveglia alle 5, Frecciargento fino a Roma, poi Frecciarossa fino a Salerno. Intervento di venti minuti al convegno sull’avvio del processo civile telematico, poi rifrecciarossa fino a Roma e rifrecciargento fino a Venezia. Ritorno a casa stimato: ore 24.00.

Ora sono in treno e attraversando le campagne d’Italia da sud verso nord mi giovo di tanta variegata umanità vociante che blatera ad alta voce sul proprio cellulare, frustando le mie povere orecchie con le vibrazioni prodotte dalle proprie corde vocali. La civiltà si misura anche da queste cose…

Nella noia di questo viaggio anonimo, tra volti anonimi, in un treno anonimo, mi torna in mente la cosa più divertente della giornata ed un sorriso mi sfugge. I miei ululanti compagni di viaggio penseranno che sono matto.

Questa mattina, arrivato a Salerno, ho chiesto informazioni ad un edicolante: scusi devo andare in Via Roma 76, da che parte mi conviene andare?

Ma come signò, a piedi ci andate?

Perché, è lontano? Dico io

Mah, saranno 3 o 4 chilometri!

Strano, penso, avevo controllato su GoogleMaps e la distanza era minore, un chilometro o poco più da percorrere in pieno centro, così almeno avevo l’occasione per guardarmi un po’ la città. Mi faccio indicare la direzione e parto con il mio passo da montanaro.

Dopo un po’ vedo un vigile urbano. Ecco, penso, chi meglio di un tutore dell’ordine e del traffico mi può dare un’indicazione corretta?

Signò, dovete andare sempre dritto e poi girare a sinistra, via Roma è parallela al Corso. Potete camminare sul Corso se volete, che è pedonale, e sennò se preferite potete fare il lungomare che c’è una bella vista. E con un inchino mi saluta.

La tentazione è troppo forte: scusi, chiedo, è molto lontano ancora?

Mannoooo! Saranno 3 o 400 metri!

Comincio a pensare che qui a Salerno non siano abituati a misurare le distanze con il metro campione in platino-iridio conservato a Sèvres… Però hanno un’educazione nel rivolgersi a te e una cura nel fornirti indicazioni particolareggiate, una gentilezza e una cortesia d’altri tempi che apprezzi subito al primo “voi” o “signò” che ti rivolgono. Mi piace!

Percorro ancora mezzo chilometro e, arrivato al Tribunale, voglio testare ancora una volta questa nuova teoria che sto pian piano elaborando e così chiedo ad una signora quanto manca alla mia destinazione.

Ma a piedi ci volete andà? Vi conviene chiamare un tassì! Poi, per essere più sicura, la signora ferma un altro passante e chiede anche al nuovo arrivato quanto dista la sede del mio convengo. Sarà a un chilometro, risponde costui. Ma la signora, sottovoce e ammiccando, mi dice “di più, di più!”

Ringrazio e, divertito, proseguo. Percorro altri 4 o 500 metri, sono sul lungomare ed incrocio un bel palazzo storico che mi ispira essere la sede di qualcosa. Guardo bene, è la Provincia di Salerno e fuori ci sono degli uscieri. Chiedo a loro e ricevo una risposta incoraggiante: centocinquanta metri a sinistra signò, vedete quel colonnato? Siete arrivato!

In tutto avrò percorso un chilometro o poco più, proprio come aveva predetto GoogleMaps: precisione della tecnologia! I salernitani invece, bocciati in topografia, ma 10 e lode in cortesia e simpatia!

Ore 21.30, sono arrivato a Firenze. Nel treno finalmente c’è un po’ di pace, mi sa che farò un sonnellino.

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L’umorismo è maschio?

05 sabato Apr 2014

Posted by Andrea in Riflessioni

≈ 30 commenti

Tag

Humor, Pensieri, riflessioni, Umorismo

Stamattina a colazione mio figlio mi diceva che, tra i suoi professori di Liceo, gli uomini spesso fanno delle battute spiritose, mentre le insegnanti sono più serie e rigorose. Approfondendo la questione mi ha detto che anche alle medie era così: professori buontemponi e professoresse più inquadrate. Si badi bene, nessun giudizio sulla serietà e qualità dell’insegnamento, né sulla didattica o sul valore umano delle persone, solo la constatazione che i docenti maschi sarebbero più spiritosi, almeno agli occhi di un ragazzo quattordicenne.

Provo a fare la medesima analisi andando a ritroso nel tempo, quando nel secolo scorso ero io lo studente, e in effetti devo dire che anche durante i miei anni di liceo e poi all’università i professori maschi erano più inclini a battute e aneddoti divertenti rispetto alle professoresse. Sarà un caso?

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