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autopubblicazione, autori, case editrici, Cervantes, Don Chisciotte, EAP, editori, editori a pagamento, pubblicare, romanzi, scrittura, scrivere, sel publishing
Qualche giorno fa, mentre pranzavo nel locale dove vado di solito a mangiare durante la pausa sul lavoro, ho assistito alla presentazione di un libro. L’autore, affiancato da un intervistatore e da un’altro tizio, raccontava la propria esperienza e rispondeva alle domande nel disinteresse generale degli avventori. Tutti mangiavano e parlavano tra di loro senza degnare di uno sguardo il povero autore il quale si rivolgeva malinconicamente ai commensali nonostante questi lo ignorassero bellamente. Il chiacchiericcio generale copriva completamente la voce dello scrittore, che imperterrito continuava a parlare rivolgendosi non si sa a chi.
Vita dura per gli scrittori oggigiorno. Quando anche trovano un editore disposto a pubblicarli, devono poi affrontare le fatiche di Eracle e di Sisifo per promuovere la propria opera, destare l’interesse dei lettori e sperare che si generi quel magico passaparola in grado di far decollare le vendite.
Chi ama scrivere e sogna di veder pubblicate le proprie opere sa bene quante difficoltà, delusioni e qualche volta persino fregature attendano gli scrittori di oggi. Ma un tempo era diverso? Leggete qui di seguito cosa scrive Cervantes nella seconda parte del Don Chisciotte, anno di pubblicazione 1615:
– Ma mi dica, vostra signoria, questo libro si stampa a sue spese o ha già venduto i diritti a qualche editore?
– Lo stampo a mie spese – disse l’autore – e penso di guadagnarci almeno mille ducati con questa prima edizione che sarà di duemila copie, da vendersi a sei reali l’una, in quattro e quattr’otto.
– Vostra signoria è fuori strada – rispose Don Chisciotte – sembra proprio che sia all’oscuro del dare e avere degli stampatori e di come sono solidali fra di loro. Io vi assicuro che quando vi vedrete oberato di duemila copie, vi sentirete così oppresso da spaventarvi, e specialmente se il libro è un po’ speciale e ha qualcosa di piccante.
– Allora – disse l’autore – vorrebbe forse vostra signoria che lo dessi, per quattro soldi di diritti, a un editore che pensa anche di farmi una grazia a darmeli? Io non stampo i miei libri per farmi una fama nel mondo; perchè sono già conosciuto per quello che faccio: voglio guadagnarci dei quattrini, perchè senza i soldi la fama non conta niente.
– Dio ve la mandi buona – rispose Don Chisciotte a quel punto.
Che ne dite? Non sembra di assistere alla discussione con un aspirante scrittore contemporaneo?
Sicuramente un tempo c’erano meno scrittori, le case editrici non erano inondate da migliaia di proposte di pubblicazione, ma è anche vero che una volta c’erano molti meno lettori di oggi e che i costi di stampa e distribuzione erano più elevati. Insomma, penso che gli scrittori abbiano sempre avuto vita dura, ieri come oggi.
E la vostra esperienza qual è? Avete mai provato a pubblicare i vostri scritti? Avete trovato un editore che ha creduto in voi o avete ceduto alle lusinghe di un editore a pagamento? Oppure non vi siete posti il problema e vi siete lanciati nel self-publishing, come lo scrittore del brano qui sopra tratto dal Don Chisciotte?
Quando scrivevo post su fb senza pretese tutti a dirmi che avrei dovuto scrivere un libro; ora che ho aperto il blog gli stessi non trovano nemmeno l’energia per cliccare su un post e leggerlo, figuriamoci se comprerebbero un libro. Eppure sono convinta che sotto sia importante la forza con cui un libro viene presentato, oltre il suo contenuto…
Cosa vuoi, gli amici ci lodano un po’ per l’affetto che ci portano e un po’ anche per vera ammirazione, ma poi il tempo è così poco… E la vita di un post si consuma pochi secondi dopo che lo si è letto, quando addirittura non si clicca direttamente sul Like senza nemmeno leggere, così sulla fiducia. Questo mondo così mordi e fuggi ormai brucia tutto in un nano secondo e i social sono l’ambiente ideale per fare indigestione di informazioni.
Quanto all’importanza di promuovere un libro sono assolutamente d’accordo con te: la qualità intrinseca di un’opera di per se non assicura le vendite, anzi temo che la qualità sia sempre meno importante, almeno a giudicare da ciò che si vede in bella mostra nelle librerie, purtroppo.
Grazie della visita e felice di conoscerti, verrò dalle tue parti a vedere i tuoi patchwork 😄
😳… ti aspetto allora! Sono in una fase di impasse proprio per i motivi del tuo commento… ma conto di ripartire quanto prima… fino ad adesso ho cercato di dare il meglio ma ho la sensazione che tutto cada nel vuoto
L’ispirazione va e viene, vedrai che l’impasse passerà. L’importante è scrivere quando si ha voglia o quando si ha qualcosa da dire. Ci vediamo da te 😉
La penso esattamente così… cioè nel rispetto di chi mi legge cerco di scrivere e pubblicare solo quando sento di aver qualcosa da dire e la voglia di scriverlo…
👏
Una misura della mia esperienza? In questi anni ho studiato quanto sia tondo lo zero incistatosi nella casella “vendite”. 🙂
E se questa è la misura di uno in gamba come te… Figuriamo gli altri!
Vita dura, non c’è che dire. Forse alle volte serve anche un po’ di fortuna e una promozione speciale, cime dice Elena qui sopra?
Una botta di c… fortuna è sempre una mano santa. In Italia, poi, anche conoscere qualcuno già del mestiere – a volte – è una mano santa.
Quanto alla promozione non saprei: ho visto tanti sforzi promozionali finire come buchi nell’acqua. Il marketing non è una scienza esatta.
La famosa “mano santa” all’italiana…😠
Io ho deciso di pubblicare i miei libri solo post mortem, così non m’incazzo.
Che forte che sei Nadia!
Però da te e da Michele Scarparo mi aspettavo un incoraggiamento…
Sto cercando d’incontrare la botta di c…, ma pare sia molto impegnata. La sua segretaria dice che è sempre fuori sede. Ho ricevuto qualche proposta, ma solo per la botta quando posto immagini del mio fondoschiena.
Segno inequivocabile di quale sia il principale interesse maschile 😉
Ecco…non i miei libri.
Ma anche con le quote rosa ho poche speranze.
Ci sono anche uomini a cui interessano i tuoi libri 😉
A meno che non si disponga di molti soldi, il self-publishing con un editore serio potrebbe essere una soluzione, soprattutto con un e-book che non dovrebbe costare praticamente nulla. Se la stoffa c’è, si vedrà … ma a volte hanno successo libri di qualità piuttosto scadente. Quindi, non resta che buttarsi e vedere cosa succede.
Il self-publishing è una buona soluzione per arrivare velocemente alla pubblicazione, ma poi come fanno i lettori a conoscerti? Ti devi promuovere da sola e i potenziali lettori sanno che non c’è stato un filtro a monte da parte di un editore. Insomma, riuscire a vendere è il vero problema.
E’ un po’ quello che diceva Don Chisciotte al suo interlocutore: “quando vi vedrete oberato di duemila copie, vi sentirete così oppresso da spaventarvi”.
Dopo aver venduto abbastanza bene da sola in self publishing il primo romanzo, ho avuto la fortuna di trovare un editore, piccolo, di nicchia, ma molto serio che mi ha ripubblicata. Poi ho preso il largo con il self publishing per il secondo ed il terzo romanzo, mi ero già fatta un giro di lettori e avevo un buon bacino di vendite. Insieme ad un amico musicista, per ognuna delle tre pubblicazioni, ho imbastito un reading di letture e musica. Ho girato fiere, feste, mercatini, biblioteche, improvvisandomi attrice, figuriamoci! Insomma mi sono fatta da editor, da promoter, da grafica, da ufficio vendite, da sponsor. E’ una fatica e di certo non ci si campa, ma le lacrime di commozione e di condivisione negli occhi di chi ti legge e di chi ti ascolta, non hanno prezzo.
Oh finalmente un commento positivo e incoraggiante. Grazie Stefi!
Naturalmente tu sei molto brava e quindi il successo giustamente ti arride, lo posso dire dopo aver letto e apprezzato molti dei tuoi racconti. Forse sarebbe il caso che iniziassi a leggere qualcosa di più lungo, un tuo romanzo per esempio. Tu cosa mi consigli?
Grazie Andrea, il tuo è un giudizio molto generoso. Partirei dal primo romanzo “E’ così fragile”.
Andata!
Stefi, ce l’hai una mail? Volevo scriverti “in privato” (nulla di sconveniente, non ti preoccupare 😉)
Certo! Eccola: righeorizzontali@gmail.com
Grazie
Grazie a te!
Devo ammettere che sono stata fortunata. Come Stefi l’incontro con un editore piccolo – sono ancora gli unici che hanno il coraggio di lanciare autori sconoscuti – per il quale collaboro anche come editor e redattrice della sua rivista letteraria, mi ha aiutata tantissimo. Avere un editore significa potere presentare il libro, avere alle spalle un’organizzazione anche se piccola.
Il primo libro si è venduto bene, ora sto scrivendo il secondo sempre per lui, inserito in una collana “Enigma” che racconta casi irrisolti di cronaca nera nella zona della Pianura Padana, nel cremonese in particolare. Vedremo come andrà questa esperienza.
A presto Andrea. 🙂
Primula
Grande Primula! Anche tu, come Stefi, sai scrivere decisamente bene e quindi hai trovato un editore che ha creduto in te. Ti auguro ogni bene per il secondo libro, il primo me lo ricordo benissimo, non era un tema facile da affrontare ma tu ce l’hai fatta.
Non ho esperienze in merito, non ci provo neanche…non so scrivere 🙂
In riguardo allo scrittore di oggi…forse un po’ troppi, tutti scrittori, mi sembra esagerato, si scrive di tutto ed anche superficialmente, non credo che sia solo una questione di costi, manca spesso il contenuto, o se il primo libro va benino il secondo di solito è pessimo. io provo a leggere, ma facilmente rinuncio, sono sincera, mi annoio da morire.
Allo scrittore di cui hai parlato vorrei chiedere…ma perchè all’ora di pranzo? Un libro va presentato per bene, non può essere trattato così, mentre altri mangiano, mercanteggio…mi sembra molto superficiale. Appunto.
Concordo con te. C’è ansia di apparire, di emergere, il successo dei social ne sono la prova. Poi in effetti c’è anche parecchia gente piuttosto brava a scrivere, con idee e fantasia, come Stefi, Michele, Primula e altri ancora, ai quali auguro di riuscire a farsi conoscere il più possibile.
E anche li ci vuole la “spintarella”…