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Adoro gli Stati Uniti, una natura immensa e meravigliosa, un popolo privo di una radice comune eppure orgoglioso della propria identità, una fede incrollabile nella libertà nonostante le tante contraddizioni. Per questo sono doppiamente addolorato per quanto avvenuto a San Bernardino: questa ennesima strage di matrice islamica non ci voleva, non così a ridosso di quella di Parigi.
In questo caso gli attentatori erano normali cittadini perfettamente integrati, il fratello di Farook addirittura un militare americano pluridecorato. I giornali scrivono di animate discussioni tra l’assassino ed un collega di religione ebraica poi ucciso durante l’attentato. Queste discussioni vengono descritte dagli altri colleghi come animate e appassionate, ma assolutamente non violente. Farook e la moglie, gli autori del massacro, non facevano parte di una cellula terroristica e ciò preoccupa ancor di più, perché instilla in noi la paura non solo del terrorista “ufficiale”, ma anche del semplice simpatizzante che improvvisamente si trasforma in una macchina di morte.
Ricordo però che siamo negli Stati Uniti, un Paese che non è nuovo a fatti del genere. Un Paese che adoro, come dicevo in apertura, ma dove le esplosioni improvvise di follia, le stragi nei college, nei centri commerciali, negli uffici, nelle strade, si sono sempre verificate, con o senza motivazioni comprensibili. Negli USA puoi comprare un fucile d’assalto al supermercato. Ricordo la sorpresa quando, visitando un negozio di articoli sportivi, mi sono trovato improvvisamente di fronte ad uno scaffale pieno di pistole, fucili e mitragliatori.
Ricordo anche il disagio quando, all’ingresso di molti ristoranti, mi trovavo di fronte a questo cartello:
Invece del tradizionale “no smoking” è più facile imbattersi in uno di questi:
Ho visto più volte normalissimi cittadini con fondina e pistola camminare per la strada, in campeggio, fare acquisti in un negozio. L’America è un paese violento, dove ogni anno si verificano quasi 5 omicidi ogni 100.000 abitanti (in Italia 0,9) e spero che questa strage si inquadri in un fatto di follia individuale piuttosto che in un’escalation del terrorismo islamico.
Ribadisco quanto ho sostenuto nel mio precedente articolo Il bene e il male: separiamo i violenti dai pacifici e alleiamoci con questi ultimi, non facciamone una guerra di religione, perché è proprio ciò che vogliono i terroristi.
65luna ha detto:
Anche io adoro gli Stati Uniti, bellissimo posto ricco di contraddizioni, purtroppo. Concordo con il tuo pensiero, bel post. 65Luna
Andrea ha detto:
Grazie Luna! Ogni Paese ha i suoi problemi.
fulvialuna1 ha detto:
La strage mi ha colpito particolarmente (e anche per un motivo molto personale), l’America è una contraddizione vivente, ma oggi in tutti i continenti mi sembra che le contraddizioni non manchino. nello specifico saranno stati anche persone tranquille fino al giorno prima, ma in casa avevano un arsenale, e questo dice ben altro che, a mio giudizio, esula dal poter comprare armi liberamente. Certo che mi piace stare dalla parte dei pacifisti, ma anche li bisogna saper guardare, sinceramente non mi fido di molti di loro.
Andrea ha detto:
Ogni popolo ha le sue magagne, scagli la prima pietra chi pensa di essere immune da difetti e contraddizioni. Gli americani hanno questa fissa della frontiera, delle armi, dei buoni e cattivi, ma non pensano che bene e male stanno ovunque e qualche volta albergano contemporaneamente dentro di noi.
Viaggiando con Bea ha detto:
Bello ciò che hai scritto.E’ vero non bisogna fare di tutta un’erba un fascio, ma, ahimè, a volte hai paura della tua stessa ombra. Ciaoo e buona settimana
Andrea ha detto:
Lo so lo so, vale anche per me. La ragione dice una cosa, le emozioni un’altra. Ma dobbiamo esser razionali, dobbiamo cercare di capire cosa è meglio per questo pazzo mondo.